Castrovillari 21/05/2009 INTERVENTO DI GIUSEPPE GUIDO SEGRETARIO GENERALE FILLEA CGIL COMPRENSORIALE Compagne e compagni, ospiti, istituzioni, amici… grazie. Grazie per aver scelto di condividere con la Cgil, con la Fillea di questo comprensorio, quello che riteniamo un momento alto, un appuntamento di sfida perché di proposta, un appuntamento di rilancio del territorio del Parco del Pollino e delle aree interne, che parta dal nostro ruolo e lo mantenga, quindi, in stretto rapporto con il lavoro, il reddito dei lavoratori, le nuove opportunità, le aspettative ed i bisogni della gente, dei lavoratori, dei giovani, dei disoccupati, dei pensionati e degli immigrati. Un’iniziativa, quella odierna, pensata da tempo, basti pensare che già nell’accordo di programma tra Regione Calabria, Regione Basilicata, Legambiente, Cgil, Cisl e Uil ed Ente Parco dell’aprile 1998 si dava vita al Sistema Parco Nazionale del Pollino e si prevedevano, nell’ambito di una gestione programmata e coordinata delle politiche del sistema, una serie di interventi prioritari individuati nella gestione del sistema forestale, nella riqualificazione urbana, nell’attività produttiva compatibile, nella fruibilità ambientale, nella gestione di risorse idriche e rifiuti, e nelle politiche sociali. Un appuntamento che nasce quindi prima che alcuni drammatici eventi degli ultimi mesi abbiano forzatamente spinto la discussione politica sui temi del dissesto idrogeologico, della manutenzione del territorio, del mantenimento prima ancora della riqualificazione. Non vogliamo farci prendere la mano dalla drammaticità di eventi quali frane, terremoti, smottamenti, alluvioni.. vogliamo, oggi, provare a fare un’analisi lucida di quello che siamo e di come vorremmo essere, seppur nel ricordo delle vittime e nel rispetto del dolore delle loro famiglie. Mantenimento e cura del territorio, si diceva, prima della sua riqualificazione.. non possiamo non denunciare, da questa sede, la miopia della politica regionale che ha rinunciato, in materia di sicurezza idrogeologica, da almeno un ventennio, a qualsivoglia piano organico di intervento.Serve, invece, che gli interventi a difesa del suolo divengano, nell’area del parco, così come in tutta la regione, ordinari e non straordinari. Ciò la condizione per ripartire guardando allo sviluppo. Il Parco del Pollino, istituito nel 1993, è da considerarsi un parco giovane, straordinario per la sua estensione geografica, per le sue qualità ambientali, naturalistiche, paesaggistiche, e soprattutto per la caratteristica rara di tenere insieme bellezze naturali con oltre 50 centri abitati, due regioni e tre province creando, così, un ricchissimo e diversificato patrimonio di risorse umani, sociali e culturali. Un Parco che lega insieme il valore ambientale e l’uomo, e che deve porre l’uomo al centro di ogni politica per essere volano di sviluppo territoriale. Ciò per contrastare i fenomeni di esodo e spopolamento che vivono le nostre aree interne, le campagne ed i paesi del parco, soprattutto per la mancanza di lavoro, di occupazione, di reddito.. ciò tenendo presente che siamo dentro una crisi economica evidente, ma denunciando l’azione del Governo che continua a sottovalutare i problemi, ad affrontarli penalizzando lavoratori dipendenti e pensionati ed emarginando il Mezzogiorno e la Calabria. In un contesto di crisi globale che aggrava la già complicata ricerca di reddito nelle aree interne del parco riteniamo che l’investimento nelle infrastrutture sia quello più facilmente attivabile e di maggior efficacia per la capacità riconosciuta a quel tipo di investimento di essere quello anticiclico per eccellenza. I comuni del parco, i loro abitanti, i turisti alla ricerca delle bellezze del Pollino, meritano che i collegamenti all’interno dell’area protetta siano efficienti, moderni ed ecocompatibili, e che riducano le distanze. Serve render progetto l’idea di un itinerario unico tra i comuni del parco riammodernando le strade che essi collegano in abbinamento ad interventi particolari quali aree ristoro, pic nic, belvedere a ridosso dei tracciati stradali. Crediamo utile rafforzare i collegamenti tra i centri storici e l’autostrada, principale mezzo attraverso cui, oggi, i turisti giungono nella nostra terra. In quest’ottica vanno snellite ed accellerate al massimo le procedure per l’effettiva realizzazione, prevista nel piano triennale della Provincia, del collegamento tra lo svincolo di Frascineto e Castrovillari, sia per eliminare le condizioni di pericolosità dell’attuale rete viaria e sia per migliorare l’accessibilità alle aree produttive. Così come riteniamo indispensabile un collegamento veloce tra le aree interne, il parco del Pollino e la statale 106 Ionica, ciò attraverso la realizzazione del raddoppio della Firmo-Sibari, opera attualmente finanziata, ma che, a causa dello spostamento dei fondi con cui la si finanziava già da tempo in favore del provvedimento che ha sgravato i ricchi dal pagamento dell’ICI sulla prima casa, accusa notevoli ritardi. Indispensabile e prioritario appare poi, a tal proposito, un collegamento veloce tra la città di Castrovillari, quella di Cassano e la Sibaritide e riteniamo che tal progetto possa realizzarsi utilizzando, per lo meno in parte, il tracciato dell’ex Ferrovia Calabro-Lucana, perché ciò permetterebbe la costruzione di un itinerario unico nella sua bellezza e particolarità, unico nel suo unire mare e montagna, mare e parco del pollino, mare ed aree interne… unico nel suo poter rappresentare una vera strada per lo sviluppo. Investimento in infrastrutture materiali senza dimenticare i collegamenti di oggi e del domani e che debbono farci guardare alle infrastrutture immateriali come trampolino di lancio, alternativo e complementare, verso lo sviluppo. Banda Larga e Wireless devono divenire patrimonio delle nostre aree interne perché attraverso un collegamento efficiente e veloce alla rete internet si rendono competitive le piccole e medie aziende, si mantengono legate al territorio le nuove generazioni, si promuovo le tipicità del luogo, le produzioni di qualità, si combatte il degrado sociale. Poche idee, ma efficaci e soprattutto facilmente cantierizzabili.. Non mega lotti per cui attendere anni solo per l’aggiudicazione dell’appalto, ma tanti piccoli cantieri sotto la soglia europea dei 5 milioni di euro in modo da permettere gare d’appalto a tre mesi e l’avvio dei lavori già entro il 2010. Avvio dei lavori che deve essere preceduto, per il sindacato degli edili, dalla costruzione di una cornice di legalità, da accordi quadro che combattano le cosche malavitose interessate ad ogni cantiere di questa regione, che tutelino i lavoratori nella rivendicazione dei loro diritti contrattuali e, soprattutto, che leghino i cantieri dell’area del Pollino alle giuste ricadute occupazionali sul territorio, per consentire quella produzione di reddito valore indispensabile per la permanenza nelle aree interne del Parco e che siano legati alla logica dell’offerta economicamente più vantaggiosa invece che a quella del massimo ribasso. Proprio come nel protocollo aggiuntivo sottoscritto da Cgil,Cisl e Uil, Ance, Anci e Lega per le Autonomie, qualche giorno fa, per garantire trasparenza e legalità nella realizzazione degli interventi di riqualificazione, recupero e valorizzazione dei Centri Storici della Calabria, a seguito della pubblicazione degli interventi ammessi a finanziamento. A tal proposito, consapevoli dei vantaggi fiscali e di priorità che sono propri di un’area protetta come quella del parco del pollino, non riusciamo a spiegarci come, uno dei pochi interventi strutturali e di sistema, calato tra l’altro in un’area protetta, e cioè l’ecomuseo del Raganello non abbia ottenuto punteggio tale da permettergli di accedere al finanziamento. Buone infrastrutture accanto alla riqualificazione dei centri storici appare la strada da seguire. Crediamo si debba partire da un censimento degli edifici, pubblici e privati, in un quadro di politica di riuso abitativo dei nostri centri urbani, dei monumenti, delle chiese, delle piazze dei comuni del parco. Ciò per avere contezza delle necessità di manutenzione e per individuare priorità, ma anche per un’azione programmata di verifica dello stato di conservazione degli immobili, delle loro condizioni statico-funzionali e per permettere interventi manutentivi e di adeguamento ai nuovi standard in materia di sicurezza. Censimento che va finalizzato, inoltre, ad avere contezza certa dello stato di abitabilità degli immobili. In calabria il 40% dei vani costruiti è disabitato ed in alcuni centri storici solo il 20% risulta abitato. Crediamo che in molti centri dell’area protetta non ci si discosti molto da queste percentuali. Per questo proponiamo una una riqualificazione domotica degli alloggi, favorendone la destinazione alla domanda sociale proveniente dalle giovani coppie, dagli anziani soli, dagli immigrati e per contrastare le dinamiche dello spopolamento a cui non vogliamo abbandonarci. Ciò può ricercarsi attraverso politiche di incentivazione all’acquisto, di sgravi fiscali, di meccanismi che agevolino l’affitto con l’obiettivo di soddisfare il bisogno abitativo di quelle famiglie che non hanno un reddito sufficiente per l’acquisto della casa ed anche attraverso un uso flessibile della leva fiscale che preveda aliquote ICI per gli appartamenti sfitti più alte che per quelli dati in locazione. Uso flessibile della leva fiscale accanto ad una corretta politica di edilizia popolare assolutamente necessaria, in Calabria come nelle nostre aree interne, per far fronte alle richieste di abitazioni e per venir incontro a quella fascia di popolazione sempre meno nelle condizioni di potersi permettere un acquisto, un mutuo, un immobile in affitto. Riqualificazione domotica che permetterebbe anche di avviare, nel nostro comprensorio così come è già realtà in altre zone del territorio nazionale, il progetto del borgo albergo, che parte della riqualificazione degli edifici, dalla conservazione dell’identità territoriale, per puntare alla nascita di piccole strutture ricettive di qualità, ricavate dal patrimonio edilizio non utilizzato, che dopo l’opera di ristrutturazione sono in grado di intercettare le tendenze di personalizzazione che caratterizzano la domanda turistica odierna e, quindi, di favorire lo sviluppo turistico ed economico del territorio. Aver conoscenza delle necessità di manutenzione e di riqualificazione permetterebbe di pensare a progetti che tengano insieme imprese e lavoratori attraverso un percorso sperimentale di formazione/lavoro per cui sono previste somme spendibili negli assi del POR. Crediamo possibile, attraverso un ruolo centrale dell’Ente Scuola Edile di Cosenza, ente bilaterale dove, in maniera paritetica, stanno dentro sindacato ed associazione dei costruttori edili, un percorso che partendo dal singolo edificio su cui intervenire preveda un percorso di riqualificazione attiva di imprese e lavoratori, nel mentre si opera sull’immobile, sulla piazza, sulla chiesa. Un vero e propro cantiere/scuola. Ciò per legare insieme le esigenze di formazione e per combattere l’intasamento al primo livello del contratto di categoria dei nostri lavoratori oltre che per avere la possibilità, attraverso il meccanismo della formazione attiva, di attingere a risorse immediatamente spendibili e previste, appunto, per progetti di formazione. Ciò nell’ottica della costruzione di un sistema di riqualificazione che non guardi solo al singolo edificio ma si ponga l’obiettivo dell’intero centro, del quartiere da far diventare cantiere, di ricostruire attraverso la riqualificazione un’identità territoriale che dia l’idea di valore aggiunto che in un parco è prioritaria. Allo stesso modo, rimodulando alle esigenze del Parco il protocollo d’intesa, già esistente, tra assessorato al lavoro e formazione della provincia di Cosenza, ente scuola edile ed istituti superiori tecnici, che punta alla formazione della quarte e quinte classi degli istituti geometra e professionali finalizzata al prossimo ingresso nel mondo del lavoro, crediamo possibile costruire un protocollo che punti alla costruzione di un percorso di formazione continua dei ragazzi degli istituti d’arte del nostro territorio. Prevedendo momenti formativi teorici, puntando ad una formazione continua che crei professionalità e soprattutto puntando, anche qui individuando negli assi del POR i finanziamenti utili, alla sperimentazione diretta, previo l’utilizzo di docenti e formatori di comprovata esperienza e capacità, attraverso la collaborazione con l’Università del Studi di Cosenza, del restauro dei numerosi beni artistici di cui i centri del Parco si fregiano e che necessitano, senza dubbio, di interventi che li pongano nelle condizioni di essere strumenti veri di attrazione turistica. Queste le nostre priorità, senza dimenticare altre opere importanti che sono indispensabili per lo sviluppo delle aree interne, ma più in generale, del territorio della nostra Provincia, quali, come unico esempio su tutti, la Diga sul Fiume Esaro, che urge incanalare in un percorso che porti alla certa costruzione dell’invaso, possibilmente, senza gli intoppi degli ultimi anni, per la sua caratteristica di avere un utilizzo plurimo.. che servirebbe a risolvere i problemi di carenza d’acqua potabile della provincia, di collasso del sistema irriguo della piana di Sibari, per il suo utilizzo energetico e turistico, grazie alla costruzione prevista di una centrale e di un parco fluviale. Per tutte queste priorità non chiediamo altro che la veloce convocazione dei tavoli col partenariato socio-economico, così come tra l’altro previsto nel protocollo d’intesa per nuove politiche di sviluppo territoriale nell’area del parco nazionale del Pollino, stipulato tra le regioni Basilicata e Calabria, le province di Cosenza, Matera e Potenza, l’Ente Parco Nazionale del Pollino, la Comunità del parco nazionale del pollino e Cgil, Cisl e Uil di Castrovillari, Cosenza, Potenza e Matera, sottoscritto a Piano di Ruggio il 27 settembre 2008. Oggi come allora riconfermiamo la concertazione come pratica sostanziale e principio-chiave nella costruzione delle politiche di sviluppo. Partenariato economico sociale, dicevamo,dove crediamo possibile una discussione di merito sulle singole opportunità di sviluppo, oggi velocemente esposte, con l’obiettivo di costruire, in tempi utili e veloci, progetti candidabili a finanziamento, ciò per concretamente passare dallo sviluppo che vorremmo alle realtà di sviluppo, per concretamente passare, così come appare indispensabile per la Cgil e per la Fillea, dalle idee progettuali ai progetti finanziati di cui la nostra terra ha assoluto bisogno, ciò per non perdere l’ultimo treno per lo sviluppo, ciò per guardare al futuro con l’orgoglio di essere cittadini di queste terre.
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