La Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno esprime grande preoccupazione per le negatività del comparto industriale del territorio; anche per il primo semestre del 2010, infatti, come del resto in tutto il territorio regionale, il trend è negativo e fa registrare perdita di posti di lavoro e forte ricorso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria.
Tutto questo avviene in un territorio a spiccata vocazione agricola e turistica che va difesa e tutelata, ma che al contempo non riesce a rappresentare un vero volano di sviluppo economico territoriale a causa, anche qui, della crisi economica, ma anche in virtù della concorrenza sleale, delle infiltrazioni malavitose tese alla pratica dello sfruttamento e del caporalato, di un comparto agroalimentare che non riesce a collocare le sue produzioni di qualità sul mercato nazionale ed internazionale, di un sistema infrastrutturale carente e non attenzionato da adeguate politiche volte a colmare il gap che ci divide dal resto d’Italia e che, addirittura, distraggono i fondi destinati ad importanti infrastrutture viarie del nostro territorio per finanziarie opere inutili e faraoniche o provvedimenti che non guardano allo sviluppo di questo martoriato lembo di Calabria.
In questo contesto riteniamo non più rinviabile costruire un’azione di governo, che coinvolga tutte le istituzioni territoriali, provinciali, regionali e nazionali, volta al rilancio delle diverse attività industriali insistenti nel territorio, superando le criticità del settore, valorizzando le risorse territoriali e favorendo una sana competitività industriale anche attraverso il rilancio e con nuovi investimenti nelle zone ASI .
Un’azione da intraprendere senza tentennamenti, che si occupi dell’intero settore, che avvii un serio monitoraggio del comparto e che si occupi anche di alcune questioni macroscopiche su cui, come Cgil Comprensoriale, abbiamo intenzione di avviare tutte le iniziative che si rendessero necessarie al fine di definire i percorsi che riguardano il rilancio del comparto manifatturiero del tirreno e delle zone industriali di Cammarata, Rossano e Corigliano, la centrale Enel di Rossano e lo stabilimento Italcementi di Castrovillari.
Sulla Centrale di Rossano ribadiamo, come già fatto nel corso dell’ultimo consiglio comunale della città bizantina, che per la Cgil la riconversione va fatta al più presto e che saremo contrari ad ogni percorso che abbia l’obiettivo dello smantellamento piuttosto che quello della salvaguardia e del rilancio dell’unico sito industriale dell’area ionica cosentina. Va richiesto, subito, come da impegni presi dal Sindaco Filareto a conclusione dei lavori del Consiglio Comunale del 18 Ottobre ultimo scorso, e come da sempre sostenuto dalla Cgil, un urgente e nuovo incontro all’Enel, aperto, oltre che alle istituzioni, anche alle forze sociali per provare a mettere in piedi un percorso di merito, nell’interesse dei cittadini e dei lavoratori, che sia scevro da preconcetti e con la consapevolezza che il territorio sarà chiamato ad esprimersi su un argomento delicato e che proprio per la sua delicatezza non può ritenersi prerogativa di pochi. Riconversione necessaria nel rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza, delle prescrizioni del protocollo di Kyoto e che abbini, a parer nostro, un sito produttivo con l’esigenza di investimenti in ricerca e nuove tecnologie allo stesso modo in cui Enel già fa in altri siti industriali.
Sempre in tema di centrali elettriche prendiamo atto dell’autorizzazione unica concessa dalla Regione per la centrale del Mercure con la speranza che ciò ponga fine ad un lungo processo, democraticamente opinabile, stante l’investimento già fatto effettuare ad una società privata per la riconversione e che tra l’altro consentirà a quell’impianto di funzionare utilizzando esclusivamente biomasse da legno vergine e quindi materie prime rinnovabili e pienamente ecocompatibili.
Attenzione particolare merita, poi, il cementificio di Castrovillari che sta vivendo un lento processo di ridimensionamento dell’organico e che si confronta con l’assenza di investimenti da parte di Italcementi da almeno un decennio. Senza avviare prontamente un confronto con l’azienda e le istituzioni, che per noi appare necessario, si corre il rischio di avviare quell’impianto in un percorso che lo renderà presto non competitivo sul mercato nazionale e che ci porterà a discutere, a breve, di processi di chiusura o drastico ridimensionamento. La collocazione dell’impianto nel cuore del Parco del Pollino impone una strategia da costruirsi per tempo, da costruirsi da subito e che ci porti nel giro di qualche settimana a ragionare di investimenti utili a rafforzare la competitività del cementificio anche attraverso l’utilizzo di tutte quelle nuove tecnologie che consentirebbero il proseguire della produzione di cemento in piena sintonia con l’ambiente e nel rispetto dei lavoratori e della comunità.
Su tutte queste opzioni di rilancio del comparto industriale è intenzione della Cgil avviare tutti gli utili confronti necessari con le parti datoriali e con le istituzioni ad ogni livello, nella convinzione che il nostro territorio, oltre che valorizzare le produzioni agricole ed il comparto del turismo, ha il dover di guardare anche ad un necessario sviluppo industriale, non certo contrapposto alla salvaguardia ambientale ed ecosostenibile, senza il quale riteniamo difficile si possa uscir dall’attuale crisi economica in atto con adeguate prospettive di sviluppo che puntino ad un effettivo miglioramento delle condizioni di vita delle comunità del comprensorio.
Castrovillari, 26 Ottobre 2010
Giuseppe Guido
Segretario Confederale