In questi anni, il Sindacato confederale ha sostenuto la vertenza degli LSU/LPU, una delle più vergognose pagine di ingiustizia sociale per questa nazione, rappresentando in tutte le sedi la necessità di agire sia sul fronte economico-finanziario sia sul fronte normativo delle deroghe affinché gli enti utilizzatori possano agire in deroga ai vincoli imposti dalla spesa del personale e dai fabbisogni assunzionali, consapevoli che in mancanza di ciò c’è il rischio concreto che il percorso di questi lavoratori si fermi qui, nel peggiore dei modi. Tra l’altro con l’infausta prospettiva di non avere neanche la possibilità di un ritorno nel bacino degli LSU.
Le soluzioni ci sono e come NIDIL CGIL le abbiamo portate da tempo sui tavoli delle istituzioni, sia regionali sia nazionali, perché potessero essere sintetizzate in un quadro normativo volto a superare la vergogna del precariato di Stato.
Con orgoglio, ricordiamo che solo in Calabria, grazie alla lotta portata avanti da CGIL CISL e UIL dalle Categorie di settore e dai lavoratori, si è raggiunto il fondamentale risultato della contrattualizzazione dell’intero bacino, che dal mero sussidio è passato ad avere un contratto nella pubblica amministrazione, seppur a tempo determinato.
Ma oggi, a poche settimane dalla scadenza dei contratti, prevista per il 31 dicembre p.v.,c’è il rischio concreto di interruzione del rapporto di lavoro. Perciò sosteniamo a gran voce che da queste conquiste non si possa arretrare, ma anzi sia arrivato il tempo della svolta definitiva della stabilizzazione. Non possiamo più permetterci bizantinismi legislativi come quelle dello scorso anno che hanno portato lo scompiglio e l’incertezza nel rinnovo dei contratti.
Dal Governo nazionale adesso, devono pronunciare parole di chiarezza e a queste parole dovranno seguire i fatti. Non accetteremo tentennamenti o scaricabarile. Nella legge di stabilità relativa all’anno 2018, era previsto un DPCM attuativo dei comma 224/225; nonché il comma 207 della legge 147/2013 che prevede il percorso di stabilizzazione. Inoltre anche la Legge Madia prevede all’art. 20, comma 2 e 14 – stabilizzazione a Tempo Indeterminato: ebbene noi rivendichiamo l’attuazione delle su citate leggi.
Da questo punto di vista, mentre abbiamo apprezzato la volontà di storicizzare i 38 milioni di contributo regionale, abbiamo criticato apertamente la decisione della Regione Calabria di sottoscrivere la convenzione proposta dal Ministero del Lavoro poiché la consideriamo un accordo al ribasso, che non garantisce prospettive future. Così come critichiamo fortemente la scelta del Ministero di tagliare la dotazione finanziaria da 50 milioni per la contrattualizzazione, di non storicizzare il contributo ministeriale ma riconoscere solo un incentivo per 4 anni e di non intervenire sulle normative che regolano l’assunzione del personale.
Dalla riunione che l’ANCI Calabria ha indetto per lunedì, auspichiamo finalmente arrivi l’impegno da parte di tutti i Sindaci calabresi ad adottare quegli atti amministrativi concreti, volti all’assorbimento dei precari come l’adozione delle quote di riserva, l’internalizzazione dei servizi, l’allocazione dei precari nei piani del fabbisogno, la precedenza alle assunzioni dei precari rispetto alla previsione delle figure dirigenziali. Cosa che finora, purtroppo, raramente è stato fatto.
Ma un appello particolare lo rivolgiamo alla deputazione calabrese, specialmente agli eletti nelle file della maggioranza, perché a loro spetta ora il compito di sostenere le ragioni di questa terra, di chi ci vive e lavora.
Chi oggi vuole intestarsi la battaglia del cambiamento non può farlo a parole, ma deve avere la volontà ed il coraggio di fare uno scatto in avanti, partire da dove gli altri hanno lasciato e tracciare nuovi percorsi di affrancamento socioeconomico per questi lavoratori.
Ai Sindaci che in questi 20 anni e oltre, hanno beneficiato del lavoro di questi lavoratori, diciamo che è arrivata l’ora di assumersi interamente le proprie responsabilità, impegnandosi fattivamente alla risoluzione del problema. La manifestazione indetta per giorno 16 novembre davanti alla Prefettura di Catanzaro, dove le istanze di questi lavoratori troveranno ascolto presso l’Ufficio di Governo, quale rappresentanza nel territorio regionale dell’Esecutivo, cui rappresenteremo le istanze legittime dei lavoratori.
Alla manifestazione, dal ns comprensorio partiranno, alla volta di Catanzaro, 12 pulmann a cui si uniranno Sindaci e Amministratori Locali, nonché nell’occasione abbiamo invitato i Deputati ed i Senatori calabresi, ed i massimi livelli della Regione Calabria, per formare quel fronte comune, espressione compatta senza campanilismi della Calabria, che sostenga convintamente le ragioni di chi, da troppo tempo, chiede solo il riconoscimento della propria dignità lavorativa e sociale.
Segr. Generale NIDIL CGIL Pollino Sibari Tirreno
Vincenzo Laurito