Forse c’è un eccesso di – comprensibile – nervosismo, nello scambio dialettico indiretto intercorso
tra il sindaco di Tortora, Pasquale Lamboglia, e il lavoratore dipendente della RSA “San Francesco di
Paola” di San Nicola Arcella.
Se, però, da una parte il sindaco deve fare tutto ciò che è nelle sue possibilità, per scongiurare ogni
rischio di possibile contagio per la comunità tortorese da lui rappresentata, dall’altra parte c’è un
lavoratore, con ruolo e funzioni di Rappresentante Sindacale Aziendale della Funzione Pubblica
CGIL, che legittimamente si preoccupa di dare risposte ai suoi colleghi di lavoro, stremati da
massacranti turni che devono essere svolti in assenza di ben 6 altri Lavoratori. Tutti e sei di Tortora,
tutti e sei costretti alla quarantena, con ordinanza del sindaco Lamboglia, perché potrebbero essere
venuti in contatto con altro lavoratore, per il quale si era temuto un possibile contagio.
Fin qui, i fatti che potrebbero giustificare il Sindaco.
Ma nei giorni scorsi è arrivata la bellissima notizia che il lavoratore sospettato contagiato, è negativo
al tampone, quindi non infetto.
Nel frattempo il direttore della struttura Emilio Pastore, di concerto con i Rappresentanti Sindacali
Nicola Pucci e Maurizio Daniele, diligentemente ed intelligentemente, hanno deciso di sottoporre al
tampone altri 4 lavoratori, tutti operanti nella RSA di San Nicola Arcella, scegliendoli fra quelli più
esposti ai contatti con pazienti e altri Lavoratori. Anche questi dipendenti sono risultati tutti negativi.
Al direttore, alla Rappresentanza Sindacale e a tutti i lavoratori della RSA, va il plauso della FP CGIL
Pollino Sibaritide Tirreno, perché tutte le azioni concordate e messe in campo sin dal mese di
febbraio scorso, stanno salvaguardando la salute degli anziani ospiti, nonché di tutti i lavoratori
stessi.
In condizioni normali, l’esclusione della prima ipotesi di contagio farebbe cadere tutte le altre, e
quindi dovrebbe consentire al sindaco di revocare le misure restrittive che lo stesso aveva adottato
nei confronti degli altri sei lavoratori tortoresi colleghi del primo sospettato di contagio. Ad oggi,
però, così non è: il sindaco, forse per eccesso di zelo, ancora non ha deciso in merito. Da qui, le
giuste e sacrosante rivendicazioni del Rappresentante Sindacale Aziendale, che non riesce a spiegarsi
le motivazioni di questo ritardo.
E allora chiediamo noi al sindaco.
Da molti giorni, un numero ridotto di lavoratori dipendenti della RSA “San Francesco di Paola” sta
lavorando in uno stato di prostrazione fisica eccezionale, perché un consistente numero di loro
colleghi è impedito a recarsi da Tortora a San Nicola Arcella, per dare il cambio nei turni. Il livello di
sopportazione di questi lavoratori è ridotto ai minimi termini; ciò nonostante, bisogna assistere gli
ospiti anziani, bisognosi di tutto.
Il direttore della RSA, i Rappresentanti Sindacali, tutti i lavoratori della struttura, stanno solo
chiedendo al sindaco di accelerare ogni iter, e revocare l’ordinanza delle quarantene obbligatorie,
per consentire ai sei lavoratori di tornare finalmente al loro posto di lavoro, andando così a ristorare
i loro colleghi esausti.
Sindaco Lamboglia, ora glielo chiede anche la Funzione Pubblica CGIL comprensoriale: prenda subito
atto che la misura restrittiva adottata giorni fa, oggi non ha più motivo di esistere, per il venir meno
della causa scatenante.
C’è da garantire tutti i lavoratori, sia quelli che non stanno lavorando per effetto della sua ordinanza,
sia quelli che non ce la fanno più, sempre per effetto della sua ordinanza.
C’è da garantire l’intera RSA “San Francesco di Paola”, che dà ospitalità agli anziani del suo territorio,
e che dà lavoro a tante persone del suo territorio.
E si mettano da parte proclami di esposti su fatti che, se non fossero raccontati in questo grave
periodo di minaccia alla salute mondiale, farebbero semplicemente sorridere.
Vincenzo Casciaro, segretario Generale Funzione Pubblica CGIL Pollino Sibaritide Tirreno