Lo SPI ritorna in campo

Nella settimana del cinquantesimo anniversario dello Statuto dei Lavoratori, lo SPI Cgil Pollino Sibaritide Tirreno ritorna in campo  anche con i protagonisti di quella straordinaria stagione di lotte per i diritti e per la dignità, allora lavoratrici e lavoratori oggi pensionate/i, con la sua capillare organizzazione attraverso le Leghe, riapre le sedi per continuare a stare vicino alle persone, soprattutto ai propri iscritti, curando l’assistenza per l’accesso ai servizi fiscali e previdenziali  assicurati dal Caaf e dal Patronato Inca, non sottraendosi anche di fronte ad altri bisogni individuali.

Da lunedì 18 maggio u.s., in sintonia con la Cgil territoriale, lo SPI si è riorganizzato per continuare a svolgere quel fondamentale ruolo di tutela e di rappresentanza di interessi generali che l’emergenza Covid19 poteva mettere in discussione perché sembrava che tutto andasse contro gli anziani ed i pensionati. I dati   sui contagi e sui decessi, le atroci vicende delle Rsa (su cui chiediamo ancora chiarezza e responsabilità!), oltre a rappresentare in maniera cruda e drammatica la pericolosità del virus, indicavano anche le fasce di età più avanzate come quelle a maggiore rischio, imponendo rigidità nei comportamenti, prefigurando un futuro pieno di incertezze e di pericoli non solo per la salute individuale ma anche per le prospettive politiche ed organizzative del sindacato pensionati.

Ad onore del vero, anche in quella delicata fase di emergenza sanitaria nazionale, le strutture territoriali dello SPI Cgil hanno continuato a garantire, attraverso le varie forme possibili ed in stretta osservanza di quanto previsto dalle norme di tutela della salute, assistenza e conforto ai pensionati mediante contatti telefonici quotidiani, WhatsApp, etc., offrendo, spesso con l’ausilio dei volontari delle associazioni Auser e Federconsumatori, la vicinanza ed i servizi.

Lo SPI Cgil ha sempre avuto la consapevolezza della centralità del suo ruolo, che c’è sempre più bisogno di sindacato, che c’è sempre più bisogno di contrattazione sociale per tutelare gli interessi dei più deboli, per migliorare la qualità della vita delle persone, per incrementare le relazioni sociali ed umane che contribuiscono ad arricchire ed a riempire la vita delle persone, sia di quelle che vivono in solitudine, sia quelle che hanno, ancora oggi,  la fortuna di continuare a vivere in contesti familiari.

Oggi si apre una nuova fase, ancora piena di incertezze e di pericoli, che richiede responsabilità individuali e istituzionali, comportamenti consoni a garantire la salute delle persone, la ripresa delle attività sociali ed economiche, a profondere sforzi per dare normalità all’assistenza ed alle cure che in fase di emergenza, il più delle volte, sono diventate inaccessibili.

Tornare in campo, per lo SPI Cgil territoriale, significa riprendere le battaglie per cambiare la sanità, per dare un ruolo strategico alla medicina territoriale, ai servizi socio-assistenziali, per ospedali sicuri ed attrezzati; per riavviare la contrattazione sociale con i distretti socio- sanitari, per incalzare le amministrazioni locali ponendo nuovi obiettivi e nuove sfide su qualità della vita, strutture di accoglienza e di socializzazione, servizi per la terza età, servizi dedicati alle disabilità, per migliorare i contesti territoriali utilizzando in maniera costruttiva le esperienze, le competenze e conoscenze, il tempo libero e la memoria degli anziani come ricchezza collettiva da mettere a disposizione di tutte le generazioni, dell’intera collettività.

 

Francesco Spingola, segretario generale SPI CGIL Pollino Sibaritide Tirreno

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