I Piani Sociali di Zona una prima risposta al disagio sociale delle persone anziane e fragili

La pubblicazione della delibera di Giunta regionale della Calabria nr. 171 del 3 maggio u.s. “Riorganizzazione dell’assetto istituzionale del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche sociali. Legge 8 novembre 2000, n. 328 e Legge Regionale 26 novembre 2003, n. 23 e s.m.i. – D.G.R. n. 503/2019 – indirizzi programmatici”, imprime una forte accelerazione alle attività di contrattazione sociale sui territori stabilendo, perentoriamente, la data del 21 giugno p.v. quale termine ultimo per la presentazione dei Piani Sociali di Zona da parte di ogni comune Capo Fila di Ambito Territoriale.

E’ evidente che anche la Regione Calabria sollecita gli enti locali a definire un fondamentale strumento di programmazione degli interventi sociali destinati alle fasce più deboli della popolazione e, contestualmente,  avviare esperienze virtuose nei contesti sociali, di rigenerazione di attività di assistenza e sostegno alle persone con ricadute sociali ed economiche rilevanti.

La stessa delibera stabilisce le risorse economiche ulteriori che nel 2021 saranno trasferite a tutti gli ambiti della Calabria e che complessivamente ammontano a oltre 43 milioni di euro. Una parte rilevante di questa somma, seppure non ancora quantificata, sarà destinata agli ambiti presenti sul nostro territorio che sono: Cariati, Castrovillari, Paola, Praia a Mare, Corigliano Rossano, San Marco Argentano, Trebisacce.

Gli stessi ambiti che già nell’anno 2020, con apposito decreto dirigenziale, hanno ricevuto significative risorse finanziarie, alcuni dei quali stentano ancora a definire i Piani Sociali di Zona ed a favorire il confronto con le parti sociali, per meglio calibrare la progettazione e rendere utile ed efficace l’intervento sociale. Si tratta di programmare e realizzare interventi sociali in un contesto territoriale rilevante della provincia di Cosenza, che comprende 87 comuni ed una popolazione di oltre 377 mila abitanti.

Con enorme difficoltà constatiamo la forte resistenza che generalmente caratterizza i comportamenti dei rappresentanti istituzionali che governano le nostre comunità; non c’è la consapevolezza, da parte di alcuni sindaci, che il confronto e l’apporto di altri punti di vista di soggetti come il sindacato confederale ed il terzo settore, che quotidianamente  impattano bisogni e difficoltà delle persone, può essere una opportunità. E’ stato ampiamente dimostrato (esempio Trebisacce) che, laddove si è praticato il confronto si è completato un percorso; nel mentre, negli altri ambiti, si accumulavano ritardi. Ma è stato anche ampiamente dimostrato come, soprattutto durante questa fase di pandemia, la funzione ed il lavoro del sindacato e degli enti di patronato siano state fondamentali per il welfare, per le tutele dei lavoratori, dei disoccupati e dei pensionati e, generalmente, per le famiglie, nel garantire l’accesso ai benefici (bonus) previsti dalle norme varate dai governi quali risposte ai crescenti bisogni derivanti dalla crisi economica e sociale causata dal covi19.

Oggi è indispensabile, quindi, che si avviino e/o si completino i percorsi di confronto con le parti sociali e gli altri stakeholders presenti nei  territori per definire i Piani Sociali di Zona, nei tempi e nei modi che la delibera regionale prevede.

E’ soprattutto di fondamentale importanza che i pensionati e gli anziani, le fasce deboli della popolazione che vivono condizioni di disagio abbiano una prima e significativa risposta in termini di servizi e di strutture che possano migliorare le loro condizioni di vita, così come è rilevante che anche gli operatori del sociale ritornino a svolgere le loro attività.

E’ anche questa una reale dimostrazione di come il welfare può rappresentare una risposta concreta ai problemi sociali ed economici del territorio ulteriormente aggravati dalla pandemia.

Francesco Spingola, segretario generale SPI CGIL Pollino Sibaritide Tirreno

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