Non trova rimedio la totale disperazione dei lavoratori della mensa scolastica del Comune di Corigliano Rossano. In un anno e mezzo di grave emergenza dovuta alla pandemia, è stata fortemente ridotta l’attività di refezione a causa della sospensione delle attività didattiche in presenza ed al conseguente ricorso alla DAD; attraverso gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione) si è riusciti a garantire un sussidio minimo ai lavoratori ed alle rispettive famiglie, per la maggior parte part time e monoreddito.
Desta forte preoccupazione anche l’azienda che gestisce il servizio, la Siarc, che si dichiara “vittima” dei mancati pagamenti da parte della pubblica amministrazione.
I lavoratori, intanto, sono a casa dal 31 maggio e non torneranno a lavorare prima della metà di ottobre a causa di un contratto di lavoro che prevede la sospensione per i mesi di chiusura estiva, senza il riconoscimento dei contributi. Giusto rimarcare il primo risultato raggiunto dal sindacato confederale che ha vinto la causa nei confronti di INPS, costretta a sanare almeno questa ingiustizia.
Vogliamo lanciare un appello ad azienda e Comune, committente dell’appalto, affinchè si attui quanto previsto dall’accordo sindacale firmato tra le parti due anni fa per una gestione più regolare e puntuale dei flussi finanziari nei confronti della ditta e quindi dei lavoratori.
All’affacciarsi dell’inizio di un nuovo anno scolastico riteniamo sia interesse della comunità tutta che, in tempi di Covid, sia garantito un servizio molto utile ed importante che riesce a dare serenità ai lavoratori ed alle famiglie.
Ci vedremo, altrimenti, costretti ad attivare tutte le procedure sindacali a tutela dei lavoratori.
Andrea Ferrone, segretario generale FILCAMS CGIL Pollino Sibari Tirreno
Luciano Campilongo, UIL Corigliano Rossano