Nella mattinata di lunedì 29 maggio, nel quartiere San Nicola della frazione Lauropoli, con la partecipazione delle rappresentanze politico-istituzionali, religiose e militari, delle scolaresche e degli insegnanti degli istituti del territorio e di tanti cittadini, l’Amministrazione Comunale di Cassano all’Ionio ha intitolato il Parco giochi a LEA GAROFALO, vittima innocente della ‘ndrangheta.
Lea Garofalo, vittima di ‘ndrangheta e testimone di giustizia, nata a Petilia Policastro nel 1974, uccisa a Milano nel 2009 dal suo compagno Carlo Cosco per aver ripudiato ogni appartenenza alle famiglie di ‘ndrangheta, testimoniando riguardo fatti, azioni e circostanze che nel 2013 condussero all’arresto di 17 persone in varie città italiane; Lea donna e madre coraggiosa, assunse la decisione e l’impegno di voler preservare la figlia, Denise Cosco da qualsiasi tipo di contaminazione e contiguità con ambienti e comportamenti mafiosi.
Alla manifestazione ha dato pieno appoggio e partecipazione attiva la Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno, con il Segretario Generale – Giuseppe Guido, il responsabile della Camera del Lavoro di Cassano -Michele Tempo e la presidente dell’Assemblea Generale comprensoriale – Francesca Marino con una nutrita delegazione di attivisti e iscritti, che, con i significativi interventi dei vari rappresentanti, in particolare del Sindaco Gianni Papasso, del Vescovo della Diocesi di Cassano Mons. Francesco Savino e soprattutto di Marisa Garofalo, sorella di Lea, hanno contribuito ad arricchire l’iniziativa di un profondo senso sociale, morale, etico e civile.
La meritoria attività dell’Amministrazione Comunale di Cassano nella riqualificazione urbanistica abbinata ad un’azione di nobilitazione sociale e civile nel segno della legalità, si arricchisce quindi di un ulteriore significativo contributo, rivolgendo a Lea Garofalo, cui nel 2018 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella conferì la medaglia d’oro al merito civile, un giusto tributo al suo coraggio dedicandogli un significativo luogo dedicato alla socialità e alla cittadinanza.
In una terra spesso all’attenzione dei media per fatti di cronaca nera, oggi la notizia è questa: c’è una Calabria che promuove la legalità, e a dare l’esempio sono le donne, quelle “fimmine ribelli” (come le chiama Lirio Abbate nel suo libro “Fimmine Ribelli-come le donne salveranno il paese dalla ‘ndrangheta) che danno alla nostra vita un sapore migliore, il sapore dell’impegno, il sapore della speranza.
Un impegno cui la Cgil Pollino Sibaritide Tirreno non intende rinunciare, nel ricordo dell’esempio di Lea Garofalo.