E’ il secondo Primo maggio in tempo di pandemia in cui, nonostante le misure di sostegno, molto lavoro è in sofferenza, ferito, sospeso. Dati Eurostat fotografano la condizione del lavoro in Calabria nel 2020: più di una persona su cinque è senza lavoro ovvero, il 20,1% contro realtà del Nord che segnano ben altri numeri: il 3,8% la provincia autonoma di Bolzano, il 5,3% quella di Trento, il 5,7% l’Emilia-Romagna.
Al 31.12.2020 i nuclei familiari percettori in Calabria di misure di sostegno erano 80.886 di cui il 91,5% per reddito di cittadinanza e l’8,5% per pensione di cittadinanza per un totale di 187.622 persone. Il reddito pro capite regionale (12.700 euro) continuava ad esser sotto la media delle regioni del Mezzogiorno e poco più della metà della media nazionale.
E poi, i dati impietosi che dicono del lavoro nero e sommerso, della disoccupazione giovanile e femminile, delle migliaia di lavoratori in cassa integrazione o sospesi senza alcuna protezione, dell’ampiezza del bacino di precariato, dei circa 20.000 occupati in meno rispetto al 2019 nonostante gli accordi sindacali sul blocco dei licenziamenti e le misure di sostegno o ancora, della rincorsa a ostacoli alla stabilizzazione del precariato nella pubblica amministrazione.
In questo tempo di incertezze e sofferenza del mondo del lavoro, il pensiero della CGIL va alle 120.000 vittime di Covid e fra queste, alle centinaia di lavoratori e lavoratrici che hanno perso la vita nella resistenza al virus e verso i quali le misure di protezione sanitaria non sono risultate sempre sufficienti e adeguate. Il pensiero va alle tante lavoratrici e lavoratori esposte al rischio di contagio e che, dall’inizio della pandemia ad oggi, stanno garantendo l’apertura di attività essenziali per la quotidianità delle famiglie.
In questo contesto di lavoro che sollecita impegni sempre più rigorosi di rispetto delle norme sulla sicurezza, il ricordo della CGIL va a tutte le vittime del lavoro ed in particolare alle 150 vittime dell’ex stabilimento Marlane di Praia a Mare che rappresentano la memoria del lavoro del nostro territorio.
In questo Primo maggio, il ricordo di quelle morti e di quella esperienza industriale, assume per la CGIL il valore di punto da cui partire per dare certezza ai diritti nel lavoro e per costruire nuova e buona occupazione, sostenibilità ambientale e legalità quali basi per impedire che la nostra terra si svuoti del suo migliore capitale sociale e che venga divorata da interessi speculativi che la deprivano di futuro.
Dentro necessari percorsi partecipati, per la CGIL servirà agire ogni responsabilità istituzionale e sociale del territorio per lenire le ferite dei diritti negati nel lavoro e della cittadinanza e per mettere in circolo tutta la progettualità possibile e sostenibile per attrarre risorse dalla programmazione ordinaria e comunitaria e dai finanziamenti derivanti dalle misure del PNRR che interesseranno anche il Tirreno e che saranno preziosi per ammodernare e innovare i processi produttivi pubblici e privati e le infrastrutture materiali ed immateriali, a partire dal prolungamento dell’Alta Velocità SA-RC.
Lì 30.04.2021
Mimma Iannello
Responsabile CGIL Area Tirreno