FIOM CGIL COMPRENSORIO POLLINO-SIBARITIDE-TIRRENO
DOCUMENTO CONGRESSUALE
Cari Compagni, care Compagne, lavoratori, lavoratrici, oggi, 15 febbraio 2010, si celebra il ____________ della FIOM CGIL del comprensorio Pollino-Sibaritide-Tirremo, come tutti voi sapete, ed avete avuto modo di constatare sulle vostre spalle, l’anno appena trascorso è stato in assoluto uno dei peggiori per l’economia e l’industria e quindi per il mondo del lavoro, dalla crisi del 29 ad oggi, senza soluzione di continuità.
Esattamente il 3 febbraio 2009 io venivo eletto Segretario Generale di questa categoria, che, come dissi allora, ed ancora oggi lo penso e lo dimostro con tutte le mie forze “mi onoro di rappresentare”, questa possibilità e questo onore derivano dalla fiducia che in me hanno riposto i Lavoratori ed in special modo la Segreteria di questo Territorio, alla quale va il mio ringraziamento per le scelte e l’aiuto, nonché per la predisposizione al rinnovamento dimostrato in questi anni!
Come detto in premessa è ormai da poco più di un anno che ho l’onore di rappresentare la FIOM a livello Comprensoriale, un anno intenso, fatto di manifestazioni di lotte, di problemi risolti e di soluzioni ancora da trovare, di lunghi mesi di Cassa integrazione, di mobilità, di posti di lavoro persi ma anche recuperati, insomma, un anno di sfide.
Sfide alle quali, come lavoratori e rappresentanti Sindacali non ci siamo Mai sottratti, ogni rivendicazione, ogni assemblea, ogni problematica da quelle di carattere individuale, a quelle di carattere generale, del singolo posto di lavoro, del territorio, della Regione o di carattere Nazionale, partecipando attivamente e con passione ad ogni singola iniziativa, da soli, o con l’aiuto di altre categorie e della confederazione, ne cito solo alcune, le più importanti, per dare risalto alle iniziative che come sindacato abbiamo intrapreso ed alle quali abbiamo partecipato e dato il nostro apporto e la nostra forza:
• 13 febbraio 2009 manifestazione Nazionale insieme ai lavoratori della Funzione Pubblica!
• 4 aprile 2009 Manifestazione Nazionale CGIL a Roma con la partecipazione di oltre 2 milioni di lavoratori!
• 24 ottobre 2009 manifestazione a Cetraro contro le navi dei veleni!
• 30 Ottobre 2009. Assemblea nazionale FIOM a Bologna
• 2 novembre 2009 sit-in a Roma
• 14 novembre 2009 Manifestazione nazionale a Roma
• 28 novembre 2009: CGIL, manifestazione per il Mezzogiorno
oltre a decine di assemblee incontri, tavoli istituzionali, il Corso regionale FIOM per gli RLS, ed altre decine e decine di iniziative.
Questo non vuole essere un noioso elenco di quello che abbiamo fatto, ma come ben sapete è la rappresentazione concreta di quello che vogliamo fare!
Tutto questo lavoro non è stato il frutto di insensate messe in scena, di voglia di “scampagnate” come solo un personaggio gretto e corrotto nei sentimenti, potrebbe definire le iniziative dei lavoratori, ma il frutto amaro, di una crisi che ancora oggi, più forte di ieri morde e fa sentire i suoi lancinanti fendenti, una crisi che, purtroppo, non ci siamo buttati alle spalle, ma che ancora oggi svena la società, quella società che come ama spesso ricordare il nostro segretario Generale il Compagno Orlando Bonadies, non c’entra niente con questa crisi, ma è solo la vittima sacrificale del facile guadagno, delle speculazioni bancarie, delle rendite sui capitali, delle finanziarie facili, dei titoli futures.
I dati dell’anno appena trascorso danno ragione a tutta la nostra iniziativa, a tutta la nostra preoccupazione, le scelte sbagliate del governo appoggiate, purtroppo, dalle altre sigle sindacali, a partire dall’accordo separato, siglato con il nostro dissenso e quello di 3,5 milioni di lavoratori che hanno detto NO, al cambio delle regole in materia di riforma dei contratti, votando democraticamente ed in maggioranza al referendum indetto dalla CGIL ed al quale hanno partecipato anche lavoratori non iscritti al nostro sindacato, passando poi per il tentativo di delegittimare la contrattazione facendo leva sulle derive leghiste, che vedono come soluzione un ritorno al passato, con le gabbie salariali, tentando di scarnificare il significato e la valenza del contratto Nazionale dando in pasto ai “padroni” i lavoratori ed i loro, specialmente quelli del sud, con la contrattazione di secondo livello come soluzione ai problemi di salario, tutto ciò è semplicemente assurdo, lo dimostrano i fatti, nel mentre si dava di grimaldello per scardinare il Contratto Nazionale la crisi avanzava rapidamente, facendo cadere nel baratro centinaia di migliaia di aziende e lavoratori, i dati lo hanno ampiamente dimostrato e continuano a dimostrarlo;
durante tutto il 2009 dagli inizi della crisi fino ad oggi si sono autorizzate oltre un miliardo di ore di cassa integrazione, segno di una crisi economica profonda, da ottobre 2008 a dicembre del 2009 si è vista l’autorizzazione di 634.699.339 ore di cassa integrazione ordinaria e 370.384.779 di straordinaria, per un totale di 1.005.084.118 ore di CIG.
E’ il quadro che emerge dal Rapporto sulla CIG del 2009 a cura dell’Osservatorio sulla Cassa integrazione del dipartimento Settori produttivi della CGIL Nazionale.
Quello delle ore di cassa integrazione è un dato abnorme che fa comprendere la gravità della situazione occupazionale in Italia, da uno studio della CGIA di Mestre si evince un quadro desolante della situazione lavorativa Regione per Regione, analizzando i dati a settembre 2009 emerge che la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Veneto hanno subito l’aumento maggiore dei disoccupati, mentre Puglia, Lazio, Molise e Calabria vedono diminuire in maniera consistente i propri.
Questi risultati confermano il fenomeno per cui mentre al Nord aumentano i disoccupati e cassintegrati, al Sud aumentano i lavoratori scoraggiati e il sommerso.
Il record negativo di disoccupati arrivato all’ 8,5% ha ancora “margine” per crescere preventivando che almeno una parte dei lavoratori al momento in cassa integrazione dovranno cercarsi un nuovo lavoro.
La CGIL ha stimato che con i lavoratori in CIG la percentuale dei disoccupati è già sopra al 10%, fa ancor di più riflettere Il tasso complessivo del Mezzogiorno che passa da 11,1% a 11,7% rimanendo inverosimilmente stabile rispetto al peggioramento superiore alla media nazionale.
“La maggior tenuta delle regioni meridionali è tuttavia solo un effetto statistico, ed aggiungerei ottico, dato che la diminuzione degli occupati effettivi nel corso del 2009 è paragonabile al resto del paese: 195 mila i lavoratori in meno nel Mezzogiorno contro i 150 mila del Nord Est e i 130 mila del Nord Ovest.
“L’illusione ottica della riduzione dei disoccupati al Sud è già stato inquadrato dalla Banca d’Italia che ha segnalato l’aumento degli “scoraggiati”, ovvero delle persone in età lavorativa (15-64 anni) che non cercano più un impiego: in Italia sono 14,8 milioni, il 37,6% del totale.
Gli inattivi sono per lo più giovani, meridionali e donne. L’altro fenomeno che spiega la contrazione dei disoccupati “ufficiali” nel meridione è legata ad un aumento esponenziale del lavoro nero.
Tutti questi dati come, appena detto, danno ragione della nostra forte preoccupazione e del nostro impegno a contrastare la crisi, lottando con gli strumenti che conosciamo, quelli che la democrazia ci ha dato, quelli che la costituzione, lo statuto dei lavoratori ed il contratto Nazionale sanciscono, gli stessi che Sacconi, Brunetta e Tremonti, vorrebbero toglierci, il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero ed il diritto “sacrosanto” di scioperare, gli unici strumenti che abbiamo e che useremo come abbiamo sempre fatto per difendere le nostre ragioni ed il nostro diritto al lavoro!
Il disastroso anno che abbiamo lasciato alle spalle naturalmente con la recessione mondiale ci presenta il conto, e per noi Italiani è un conto salatissimo.
Il crollo del PIL generato nel 2009 è del 4,9% , un simile colpo al sistema economico Nazionale non si registrava da ben 39 anni!
In parole povere la crisi e tutt’altro che superata, il peggio sembra debba ancora venire “nonostante la sfacciataggine di Berlusconi e Tremonti, la nave non va proprio”.
Tutte le rassicurazioni del tanto peggio tanto meglio per l’Italia, che era “diversamente in crisi” rispetto agli altri Paesi Europei, insomma la solita favola da due anni a questa parte, “l’Italia va meglio degli altri” ci dicevano e qualcuno continua a dire.
Nell’ultima parte del 2009, quanto a tassi di crescita, anche i Paesi più in affanno nel G7 (dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna) hanno dato segnali di risveglio.
(Solo noi continuiamo a languire, e a deperire, nel “grande sonno” dell’accidiosa propaganda governativa. Ecco cosa significa accontentarsi del “meno peggio”, L’Italia paga il costo del suo immobilismo. La sedicente “politica del fare”, soprattutto in economia, è precipitata ormai da troppo tempo in un renitente “governo del non fare”).
Ho sempre detto di non voler essere e di non voler sembrare pessimista, di non credere nel pessimismo, quello che ho detto fino ad ora vi assicuro non è una mia invenzione, ma sono i dati raccolti da autorevoli istituzioni e centri di ricerca, non è il “pessimismo” come l’ On. Bondi lo definisce, ma la realtà, ed è a questa realtà e con questa realtà che dobbiamo fare i conti!
Tralasciando le situazioni di carattere generale, che per nostra sfortuna a cascata, modificano le nostre condizioni di vita, vorrei parlare brevemente della condizione e della situazione nella quale abbiamo trascorso questo anno appena passato, noi, con i nostri problemi e le nostre difficoltà, partendo da quello che siamo e quello che cercheremo di essere.
Come nel resto della nostra Regione la FIOM, per mancanza di tessuto industriale, e quindi di imprese metalmeccaniche o industriali non rappresenta grandi masse di lavoratori, ma il numero, di certo, non intacca la qualità della rappresentanza, anzi semmai la qualifica.
I piccoli cantieri che abbiamo sparsi sul territorio, le piccole fabbriche nelle zone industriali, i lavoratori metalmeccanici che operano per grandi gruppi all’interno di realtà industriali più significative, hanno gli stessi identici problemi che si trovano ad affrontare i lavoratori della FIAT di Termini Imerese, con le ristrutturazioni e la diminuzione della produzione, così come le aziende dell’indotto, cassa integrazione, e riduzione delle ore lavorate sono anche da noi una piaga!
I cantieri come quello dei lavoratori della CO.S.MIC. Operante all’interno dell’ Italcementi, di Castrovillari, i lavoratori di Casa Bianca Group, dei laghi di Sibari, o i lavoratori in Mobilità di Printec e Sensitec, rappresentano con le loro problematiche l’universo delle miriade di situazioni delle quali abbiamo prima discusso.
Da circa un anno per motivi diversi, vuoi per la crisi, vuoi per la negligenza degli amministratori, molti di questi lavoratori sono messi alle strette, economicamente parlando, da oramai tanti mesi di cassa integrazione, vanno però fatti alcuni distinguo, ed in questa sede mi prendo la responsabilità delle affermazioni che stò per fare.
In particolare, la FIOM con il suo segretario ed i lavoratori intendono, loro malgrado, stigmatizzare il comportamento di alcuni gruppi industriali, in particolare del gruppo ITALCEMENTI e della ditta SUDELETTRA, si fa questa scelta forte, di inserire il nostro pensiero rispetto ai fatti accaduti, nel documento congressuale, al fine di ribadire il nostro impegno e la nostra determinazione di trovare una soluzione alle questioni aperte ormai da tempo sulla situazione di Castrovillari, che vede da un anno a questa parte i lavoratori dell’indotto in cassa integrazione, e quando non sono in cassa integrazione vengono trasferite lontano dalle famiglie.
Riteniamo che l’atteggiamento di ITALCEMENTI nei confronti dei lavoratori dell’indotto, non possa portare ad una soluzione della crisi, peggiorando di giorno in giorno la condizione che gli stessi vivono, con l’arrivo all’esaurimento degli ammortizzatori sociali, non volendo indicare, in nessun modo e chiaramente le soluzioni atte a ripristinare o quanto meno a ridurre, l’impatto della diminuzione della forza lavoro per le ditte dell’indotto.
Di fatto, si crea una sorta di Limbo, dentro il quale rimpallando la responsabilità ognuno all’altro non si riesce a capire bene se il colpevole della crisi, sia la congiuntura economica o la ristrutturazione aziendale in corso, ITALCEMENTI deve caricarsi di responsabilità e dare risposte certe, non solo sui dipendenti collegati alla produzione, ma anche sui numerosi addetti dell’indotto, ricordandosi che la loro sorte e quella delle famiglie è direttamente collegata alle scelte che essa opera.
Altre-sì si stigmatizza il comportamento della ditta SUDELETTRA, che pur essendo ancora presente come cantiere all’interno di ITALCEMENTI, si ostina a non voler riconoscere quello che per le norme contrattuali determinino spetta ai lavoratori comandati a trasferirsi di sede, arbitrariamente ed unilateralmente.
Anche se come dicevamo sopra, tale azienda ha più volte indicato come responsabile di tale situazione ITALCEMENTI, continuando così il gioco dello scaricabarile.
Situazione di uguale tenore, ma diversa nella fattispecie, vivono i lavoratori dei Cantieri Nautici dei Laghi di Sibari, costretti, malgrado il buon uso della Ditta di tutti i mezzi a sua disposizione, di concerto con la FIOM, quali ammortizzatori sociali, che vengono “costretti” malgrado il lavoro non manchi, o meglio non dovrebbe mancare ad usufruire con grave danno per loro e per le loro famiglie.
Nonostante questo sindacato si sia attivato più volte, anche a livello di Segreteria Generale affinchè si trovi una soluzione duratura per il cosiddetto Canale degli stompi, i livelli politici Comunali e quelli Regionali nonché le associazioni dei laghi di Sibari, non riescono a fornire soluzioni convincenti a favorire la fine della crisi e la riapertura definitiva del canale, soluzione che porterebbe alla soluzione della crisi ed all’aumento delle maestranze.
Abbiamo qui voluto esporre le problematiche di maggiore rilievo ed impatto occupazionale essendo questa la sede dove si deciderà per il fututo la guida e la linea politica della categoria, stando infatti ai dati forniti dalla CGIL a livello Nazionale, la preoccupazione non può fare altro che crescere, vista la lontananza di una uscita dal tunnel, si rende necessario da subito, continuando con l’impegno profuso fino ad ora da tutti noi, la ricerca di nuove e possibili soluzioni per le gravi situazioni appena descritte, che, sicuramente interessano la FIOM in maniera preponderante, ma certamente possono trovare maggiore possibilità di soluzione nell’impegno comune delle Categorie e della Confederazione, con l’impegno e la sollecitudine, fino ad oggi dimostrata da tutti e ricercando nuove soluzioni sono sicuro che l’impatto sarà più facile da assorbire e inglobare, dando risposte immediate e pertinenti.
Si rende necessario inoltre un impegno concreto, come stabilito dalla conferenza di organizzazione, per la costruzione dell’anagrafe degli iscritti, strumento essenziale, che permetta di poter individuare subito ed immediatamente ogni singolo appartenente alla nostra categoria, dando la possibilità a chi opera nell’interesse del singolo, la percezione del totale, necessaria per instaurare in ognuno di noi la consapevolezza concreta di quanti siamo, dove siamo, e dove stiamo andando.
Questo lavoro, che già è stato per buona parte effettuato, è in attesa di miglioramento, che si prevede debba avvenire con l’imminente lancio del programma OMINIBUS da parte della CGIL Nazionale.
Queste ed altre numerose e difficili sfide ci attendono, durante il corso degli anni a venire, il congresso servirà a stabilire la linea politica, gli uomini e le donne che ne saranno protagonisti attivi e partecipanti, a partire dal singolo lavoratore per finire al segretario Generale, ad ogni assemblea di base su ogni posto di lavoro ad ogni congresso di Camera del Lavoro, abbiamo avuto l’opportunità di esprimere il nostro parere, votando i documenti congressuali, dando loro pari dignità e riempendoli di contenuti, con un alto tasso di democrazia, e con il dibattito che ogni volta ne scaturiva.
La buona partecipazione al congresso, da parte dei lavoratori iscritti alla FIOM e non soltanto, è frutto di un intenso lavoro, il voto espresso ad ogni assemblea è frutto della democrazia e della partecipazione nonché della libera espressione di ogni singolo lavoratore,
alle assemblee hanno partecipato:
su un totale di 274 lavoratori iscritti, un totale di aventi diritto pari a 48 iscritti in 4 assemblee congressuali, che si sono svolte nelle Camere del Lavoro di Corigliano Calabro, Castrovillari, Trebisacce, Cassano allo Ionio,
su 48 votanti, 3 hanno sono stati i voti per il documento “la CGIL che vogliamo” 45 per il documento “i diritti ed il lavoro”.
In questa sede mi sembra superfluo indicare le percentuali ed i risultati, che potete facilmente evincere da quello che ho appena detto, mi sembra però importante sottolineare come il risultato ottenuto sottolinei la capacità del gruppo dirigente di seguire una determinata linea politica, indicando questa poi nelle scelte e nel modo di agire quotidiano, facendola diventare patrimonio dei lavoratori che poi la scelgono e la sostengono, dando forza e sostegno alle sfide che ci attendono.
Sfide che, grazie alla compattezza ed alla nostra caparbietà, di lavoratori e lavoratrici, dirigenti sindacali, RSU, RLS, ognuno con il proprio ruolo e la propria funzione abbiamo affrontato, che nel proprio posto di lavoro e nella propria funzione, resistono, devono resistere! Resistere alle ingiustizie, alle difficoltà sempre crescenti, alla mancanza di una classe dirigente seria, alla inadeguatezza degli ammortizzatori sociali, alla gravissima ed irrisolta mancanza di una imprenditoria seria, che finalmente guardi aldilà del proprio naso e dei propri affari, ed inizi un confronto serio con le rappresentanze sindacali, ed i lavoratori.
Forse la più grande sfida che vede impegnato questo sindacato, il sindacato Calabrese nei prossimi anni, diventare da puro antagonista, ad antagonista di confronto e mediazione, che sappia riconoscere il semplice “prenditore” dall’imprenditore serio, ma solo e soltanto se come appena detto la mediazione ed il confronto siano partecipati, solo e soltanto se questa classe imprenditoriale cambia rotta, facendosi carico in prima istanza delle necessità dei lavoratori e del lavoro, e non solo dei propri interessi a scapito poi, di chi la ricchezza la crea con il sudore la fatica e l’impegno quotidiano, se tutto ciò non si dovesse verificare, se l’impegno di trovare soluzioni si dovesse vanificare, siamo pronti alla lotta nella giustizia e nella democrazia che ognuno di noi a conquistato nei 100 e più anni di storia di questo sindacato Viva la FIOM, Viva la CGIL!