Castrovillari: presentato il libro “Anahì del mare”


Il giorno 27 giugno 2013, alle ore 17.00, nel Circolo Cittadino di Castrovillari in concomitanza con il 40° anniversario del golpe in Uruguay,  per conto della Cgil comprensoriale,  è stato presentato il libro autobiografico Anahì del mare, della scrittrice italo uruguaiana Anna Milazzo Cecchi.
Negli anni che hanno preceduto il golpe del 27 giugno 1973, la violenza attraversa l’Uruguay. La protagonista  come tanti altri giovani universitari, si interessa di politica, si schiera dalla parte di chi difende la libertà e i diritti fondamentali, scende nelle piazze per denunciare i metodi repressivi del regime. L’esperienza della prigione e della tortura spezza in due la vita e i ricordi di Anahì. In esilio a Firenze tenta di costruire una vita “normale” ma riuscirà a liberarsi delle ombre di un passato oscuro e rimosso soltanto tornando a Montevideo.
I lavori coordinati dal segretario della Flai-Cgil Michele Tempo hanno visto la partecipazione del sindaco di Castrovillari Mimmo Lo Polito, del segretario generale Angelo Sposato,  Susana Gonzales della segreteria e  Mario Occhinero del direttivo della Cgil confederale  territoriale.  Alla manifestazione era presente anche il segretario nazionale della Flai-Cgil Jean-Renè Bilongo che ha sottolineato la funzionalità della svolta autoritaria all’applicazione del modello economico neo liberista dettato dal F.M.I. e a conclusione l’autrice Anna Milazzo Cecchi ha espresso che “l’impunità è la continuità del terrorismo di stato attraverso altri mezzi”.
Durante la dittatura in Uruguay  che si  concluse  il 1° marzo dl 1985, furono detenuti  55.000 persone delle quali alcuni centinaia morirono sotto le torture e altre centinaia sono tutt’ora desaparecidos.  Gli esiliati politici sono stati 300.000 in una popolazione che non raggiungeva i 3.000.000 di abitanti.  Tra  le vittime molti militavano nel sindacato. 
Per la popolazione dell’Uruguay che in buona parte è di origine italiano si tratta di un dramma ancora aperto.  Molti casi attendono ancora giustizia. Recentemente la Suprema Corte di Giustizia del piccolo paese sudamericano ha prescritto insieme ad altri il caso dell’uccisione in caserma  di Aldo Perrini, un cittadino originario di Martina Franca nel 1974. L’ondata di proteste internazionale arrivò  fino in Italia dove alcuni cittadini prevalentemente lavoratori iscritti alla Cgil hanno chiesto un interessamento al Ministero degli Affari Esteri italiano, che contribuì in tale modo a far riaprire il caso.
Nel prossimo mese di ottobre  dopo 10 anni di indagini la Procura della Repubblica di Roma darà inizio all’udienza istruttoria del  cosiddetto processo Piano Condor.  Si trattò di un accordo che negli anni Settanta intervenne tra le forze al potere in sette paesi sudamericani  che avevano un unico obiettivo, quello di eliminare gli oppositori ai regimi. La richiesta del rinvio a giudizio per i reati di strage, omicidio plurimo aggravato, sequestro di persona ed altro vede come imputati 2 boliviani, 12 cileni, 7 peruviani e 17 uruguaiani di età compresa tra i 92 e i 64 anni. A loro il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo attribuisce la responsabilità della eliminazione di 23 cittadini italiani scomparsi tra il 1973 e il 1978.
CGIL  Pollino – Sibari – Tirreno

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