Qualche giorno fa su un quotidiano nazionale è stato pubblicato un articolo-reportage su Cassano allo Ionio. Un articolo che abbiamo ritenuto sopra le righe, che vuole forzare una realtà amara, che da l’idea di una Città e di una Calabria senza fiducia e speranza. Insomma una terra persa e senza futuro. Abbiamo letto dapprima la risposta accorata e dignitosa del Sindaco di Cassano, Gianni Papasso e l’intervista rilasciata ad un quotidiano nazionale da Monsignor Nunzio Galantino, vescovo della Diocesi dei Cassano e Segretario Generale della Conferenza Episcopale italiana. Entrambi gli interventi sono condivisibili e inducono ad una riflessione ed un sostegno da parte della società civile, del mondo del lavoro. Negare che in tutta la Sibaritide non vi sia la ndrangheta così come nel resto della Calabria e nel Paese sarebbe stato un esercizio sterile di coloro che vogliono girare la testa di fronte al problema dei problemi, al cancro della nostra società. E sino a quando questo cancro non verrà estirpato alla radice, ogni parola, ogni proposta per la crescita e lo sviluppo, ogni tentativo che ognuno di noi fa quotidianamente per dare la voce agli ultimi sarà reso vano. Perché continueremo ad assistere ai morti ammazzati di ndrangheta, siano essi uomini, donne e bambini, continueremo a vedere che nel parco archeologico di Sibari non c’è solo il fango ma anche il racket della prostituzione, perché i terreni e i beni confiscati alla ndrangheta rimangono alla ndrangheta, perché per trovare lavoro occorre andare dall’amico dell’amico che molte volte è colluso con i mafiosi e perché soprattutto il nostro territorio ed anche Cassano, vive nella paura. Qualche settimana fa, a distanza di poche settimane dalla strage di Cassano abbiamo organizzato come Cgil, come spesso facciamo nelle scuole del territorio, un incontro tematico sulla legalità nell’Istituto Superiore di Cassano con il sostituto Procuratore della DDA di Catanzaro Dott. Vincenzo Luberto. E lì abbiamo parlato di ndrangheta, di legalità ma anche della paura e come si fa ad affrontare quotidianamente e sconfiggere la paura in una terra complicata. Intanto non negandola come ha tentato di fare inopportunamente qualcuno e poi spiegando che c’è solo un modo per sconfiggere l’omertà e la paura. Il coraggio e la forza di stare insieme e di dire insieme dei no soprattutto quando si è in prossimità di appuntamenti elettorali. A distanza di pochi giorni dal terribile omicidio del piccolo Cocò abbiamo ribadito con forza che contro la ndrangheta occorrono leggi speciali e misure straordinarie, così come abbiamo ribadito al Presidente della Commissione antimafia On.le Bindi venuta al nostro congresso regionale che la normativa sullo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose e su beni confiscati non è incisiva e sufficiente. In questi giorni vi è stato un provvedimento del Governo per un primo intervento specifico contro la ndrangheta con delle misure che riguardano il controllo del territorio, per rafforzare l’area investigativa e l’intelligence, con l’invio di ottocento uomini. Di fatto un esercito, che però non è bastevole se alle misure repressive non si avvia un piano per il recupero sociale con interventi sul lavoro, soprattutto quello giovanile. Potremmo dire, avevamo ragione ma non è questo il punto. La preoccupazione è come affrontiamo quotidianamente il problema ognuno dal nostro ruolo e con la propria funzione. Per queste ragioni non abbiamo esitato a costituirci parte civile nel processo “Santa Tecla” di Corigliano. Per queste ragioni siamo rimasti basiti che un’amministrazione come quella di Rossano non abbia fatto altrettanto nel processo “Stop” adducendo la motivazione della mancanza di liquidità economica che è un’offesa all’intelligenza di tutti i cittadini. L’esempio e l’etica della responsabilità. E’ questo quello che chiediamo alle amministrazioni. Per queste ragioni e condividendo le parole di Monsignor Nunzio Galantino vorremmo ripartire dai beni confiscati, da Cassano, per ridare ai giovani la speranza di riappropriarsi della propria terra e del proprio futuro, per respirare un vento fresco di legalità, un 25 aprile di libertà dalle mafie. Per queste ragioni, nei prossimi giorni chiederemo ai Sindaci interessati un incontro specifico presso la Prefettura di Cosenza per un primo censimento e rilanciare un piano di riutilizzo dei beni confiscati per fini sociali per promuovere una rete territoriale con tutte le associazioni sane del territorio. Castrovillari, 25 aprile 2014
Angelo Sposato
Segretario generale CGIL Pollino Sibaritide Tirreno