Urgente la convocazione del consiglio territoriale sull’immigrazione e una legge regionale contro il caporalato.
I dati rilasciati dalla Direzione territoriale nel consueto rapporto trimestrale fornito attraverso il CLES ( comitato lavoro per emersione e sommerso) sul lavoro nero in Provincia purtroppo non ci sorprendono. I dati sulla disoccupazione certificata arrivano al 33%, ma sappiamo che quella reale va oltre questo dato, colpendo soprattutto giovani e donne.
E’ ripresa vertiginosamente la migrazione verso l’estero, soprattutto giovanile e questo dato non riguarda solo i laureati.
E’ sintomatico che anche il progetto messo in piedi dall’Unione Europea sulla garanzia giovani che avrebbe dovuto dare risposte ai giovani tra 18 e 29 anni, non impegnati in attività lavorative né inseriti in corsi scolastici, in Italia ha deluso tutte le aspettative.
Il dato nel nostro territorio rilasciato dal Cles sul lavoro nero è inquietante in tutti i settori, industria, terziario, agricoltura.
Nei settori non edili il 63% delle imprese ispezionate sono irregolari, nel settore delle costruzioni siamo al 83%. Sono dati impressionanti che fotografano una situazione insostenibile per i lavoratori, con punte dell’ 80% di lavoro nero e per l’intera economia del territorio, vista l’alta evasione fiscale e contributiva che tale fenomeno determina.
A questo dato, che fotografa la situazione dell’ultimo trimestre, occorre aggiungere quello che si sta già consumando in questi giorni nell’intero territorio circa il lavoro stagionale in agricoltura che prevede a regime un impiego di migliaia di lavoratori stagionali migranti. Le operazioni degli ultimi mesi della Polizia di Castrovillari, i segnali che giungono dal lavoro che si sta svolgendo nelle diverse aree della Sibaritide, ci confermano quello che più volte abbiamo denunciato come Cgil anche all’interno del Cles in presenza delle forze dell’ordine, circa lo sfruttamento dei lavoratori migranti e comunitari, ovvero la possibilità di sodalizi criminali transazionali tesi al reclutamento e allo sfruttamento dei lavoratori che vanno perseguiti con misure e mezzi straordinari e con operazioni mirate allo smantellamento di tale rete.
All’azione di repressione, va inquadrato un intervento tra i vari attori sociali, con la partecipazione della Dtl e della Prefettura per promuovere patti di legalità di settore, per creare una barriera verso soggetti che sfruttano forme illegali di manodopera, che introducono conflittualità tra gli stessi lavoratori, che creano dumping sociale verso le aziende sane. Così come occorre una legge regionale contro il caporalato.
Nei prossimi giorni, chiederemo alla Prefettura di Cosenza la convocazione del consiglio territoriale sull’immigrazione per una disamina specifica sull’argomento.
Castrovillari, 10 novembre 2014
Angelo Sposato
Segretario generale Cgil
Pollino Sibaritide Tirreno
Camera del Lavoro
Pollino Sibaritide Tirreno