La questione sanità nel territorio, invece che dividere, dovrebbe unire. La convocazione del Consiglio Comunale di Corigliano, prevista per il 31 agosto ed avente per tema la Sanità, dovrebbe essere l’occasione per estendere il raggio d’azione su un più vasto territorio. A cominciare da un’analisi oggettiva dei dati a nostra disposizione.
I riferimenti pe ogni nostro ragionamento, sono i livelli essenziali di assistenza, ossia una serie di parametri che misurano la qualità della salute in un determinato territorio. Questa, come è di tutta evidenza, non attiene esclusivamente all’offerta sanitaria dell’ospedale, il quale interviene solo a posteriori, ossia per tentare di recuperare la salute quando essa è compromessa. C’è innanzitutto una condizione ambientale, per così dire preventiva, che è fondamentale per preservare la salute; per esempio, il territorio è adeguatamente strutturato a garantire l’acqua potabile in ogni zona abitata? La rete fognaria arriva dappertutto? La corretta informazione alimentare è garantita? È presente una rete territoriale, che faccia screening, informazione e prevenzione? Sono garantite le condizioni di salubrità dell’aria, di lotta a ogni forma di inquinamento marittimo e terrestre?
Sono solo alcuni degli esempi possibili, giusto per significare che se si parla di sanità, bisogna farlo in un’ottica e in una dimensione ben più vaste.
Limitare la sola discussione alle carenze dell’Ospedale di Corigliano, è quanto meno riduttivo.
Riteniamo che nulla possa unire più di un ragionamento sulla sanità, all’interno di un territorio che aspira alla fusione dei due più grossi Comuni che lo costituiscono. A tale proposito, si può pensare che possano continuare ad esistere due diversi Distretti sanitari, uno a Corigliano e uno a Rossano, ognuno di 60.000 e 70.000 abitanti, invece di ipotizzare la costituzione di un unico Distretto di 130.000 abitanti, che sia più omogeneo e funzionale? E perché non valorizzare il ruolo “unitario” dei due presidi ospedalieri, intesi come Spoke e quindi in funzione complementare l’un l’altro? Ad esempio, una battaglia di merito andrebbe fatta per il reparto di Neurologia e Psichiatria in quanto struttura dell’intero territorio, che è carente di Personale Medico e Paramedico, ma che presenta anche problemi strutturali.
Tra le cose non dette, e che inducono a quegli approfondimenti che il Sindaco Geraci invoca a gran voce rispetto ai contenuti della fusione istituzionale, riteniamo debba trovare spazio adeguato un ragionamento che le due Città, candidate alla fusione, farebbero bene ad affrontare: l’offerta sanitaria, sia essa ospedaliera che di territorio, è carente perché le Istituzioni rappresentative di questo territorio, affrontano il tema in termini di rivendicazionismo e di difesa. E lo indeboliscono, perché le semplici rivendicazioni si elidono a vicenda.
Perché allora non provare a cambiare metodo? Si parta dai bisogni del territorio, e si adegui ad essi l’offerta sanitaria. A partire dal nuovo Ospedale della Sibaritide, unico vero punto di arrivo e di sintesi di una proposta sanitaria di dimensione più vasta. È solo una parte del ragionamento, mancherebbero ancora la sanità preventiva, l’educazione alla salute, la programmazione. Ma una impostazione collegiale e più aperta al contributo di tutte le rappresentanze politiche e istituzionali del territorio, aiuterebbe certamente la sanità del nostro territorio ad essere più attenta ai bisogni delle popolazioni. In fondo, i Cittadini chiedono una buona qualità della sanità, possibilmente quanto più vicino alla propria abitazione. Ma se non la trovano sotto casa, la cercano anche fuori regione, come purtroppo sempre più spesso sta avvenendo.
Vincenzo Casciaro – Segretario Generale Funzione Pubblica CGIL Pollino Sibaritide Tirreno
Giuseppe Angelo Vulcano – Responsabile Provinciale CGIL Medici